Tumori. Al via la sperimentazione di due nuovi farmaci
La scoperta è di un gruppo di ricercatori guidati da Pier Paolo Pandolfi, direttore scientifico del Centro per la ricerca sul cancro della Harvard University
Sono due i farmaci rivoluzionari, il primo uno per la cura del tumore della prostata, il secondo per la prevenzione di quello del seno, che sono stati annunciati ieri nel corso della seduta plenaria del congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo). Il congresso, che sta vedendo la partecipazione dei maggiori esponenti internazionali del settore si sta svolgendo in questi giorni a Vienna. Questi farmaci come hanno spiegato negli esperti sfruttano il meccanismo naturale di senescenza cellulare che funziona come difesa anticancro che possiedono i mammiferi.
Si tratta di un meccanismo ampiamente conosciuto. In sostanza in presenza di mutazioni del Dna multiple che scatenano la moltiplicazione incontrollata delle cellule, in tutti i mammiferi vengono attivati dei geni che provocano il loro invecchiamento: il metabolismo così rallenta e le cellule tumorali non si moltiplicano più. I principi attivi dei due farmaci innovativi agirebbero su questo meccanismo.
La sperimentazione dei due farmaci ha avuto appena inizio sull'uomo ma i tempi sono ancora lunghi, almeno cinque anni. L'annuncio è stato fatto da Pier Paolo Pandolfi, direttore scientifico del Centro per la ricerca sul cancro della Harvard University: ''La senescenza -ha spiegato Pandolfi - è un meccanismo fisiologico di difesa delle cellule contro il tumore. Lo si può vedere all'opera sulla pelle dei marinai e delle persone che per lavoro si espongono a lungo al sole. I raggi ultravioletti causano mutazioni del Dna. Quando le cellule della pelle sentono che stanno per diventare cancerose, diventano senescenti. La pelle si riempie di rughe e perde l'elasticità. Ma non si sviluppano tumori''. ''In questi anni - continua Pandolfi - abbiamo scoperto i geni coinvolti nella senescenza difensiva e come funziona il gene-sensore che lancia l'allarme a innesca l'invecchiamento della cellula. Ma solo di quella a rischio, non delle altre del corpo sane. E abbiamo messo a punto sui topi delle sostanze che attivano il sensore quando è vicino a lanciare l'allarme, in modo da indurre la senenscenza solo nelle cellule a rischio o già cancerose. Queste sostanze ora sono in sperimentazione sull'uomo per i tumori della prostata e del seno''.