Stati Uniti, la Fda mette in guardia sui rischi della cura Zamboni
Sclerosi multipla
ROMA. L'Ente governativo statunitense che si occupa della
regolamentazione in materia di salute, Food and
drug administration (Fda), ha emanato una circolare di sicurezza
per informare le persone con sclerosi multipla e gli
operatori sui rischi legati al trattamento della Insufficienza
Venosa Cronica Cerebrospinale (Ccsvi) nei casi di Sm, alla base
della teoria elaborata in Italia da Paolo Zamboni. Lo rende
noto l'Associazione italiana sclerosi multipla (Aism).
Il comunicato di sicurezza è indirizzato alle persone con
sclerosi multipla, ai neurologi, agli interventisti (radiologi,
chirurghi vascolari e neurochirurghi), ai ricercatori clinici ed
ai comitati etici. Obiettivo è informare le persone con sclerosi
multipla sullo stato delle conoscenze in materia di CCSVI e
sclerosi multipla, e sui rischi associati al trattamento in
oggetto.
L'FDA evidenzia la necessità di ulteriore ricerca per una
migliore comprensione del rapporto tra CCSVI e sclerosi
multipla, sottolineando come l'utilizzo di questi strumenti
medici (angioplastica con catetere a palloncino e stent) nelle
procedure di trattamento della CCSVI ponga un "rischio" per
i pazienti.
Infatti, afferma l'Fda, "non c'è una chiara evidenza
diagnostica che la CCSVI esista come entità clinica e se sia
correlata alla sclerosi multipla".
L'Ente statunitense avverte anche che "possono verificarsi
complicanze serie come conseguenza delle procedure di
trattamento della CCSVI. Prima di fare qualsiasi procedura per
la CCSVI - è dunque l'invito dellA Fda - discutete con il
vostro medico".
I contenuti di tale comunicazione, sottolinea l'Aism, "sono
in linea con quelli della circolare del Ministero della Salute
del 4 marzo 2011, tuttora in vigore in Italia". (ANSA)