Luci ed ombre dei sistema sanitario nazionale
Sul numero dei cesarei i nostri standard troppo lontani da quelli europei
La sanità italiana presenta troppe falle: degenze troppo lunghe con conseguente spreco di risorse, sproporzionato numero di parti cesarei rispetto agli standard europei, fratture al femore operate in ritardo, diabetici spesso curati con terapie inefficaci. Un'indagine mette in evidenza luci e ombre del sistema italiano, con regioni in difficoltà rispetto ai Lea (Livelli minimi di assistenza) e regioni virtuose. Sulla cura del diabete però diverse sono le regioni che presentano una forte criticità.
L’indagine è stata svolta dall’Agenzia dei Servizi sanitari regionali, per conto del ministero della Salute. In versione integrale i dati sono stati pubblicati sul settimanale «Sette».
Per quanto riguarda la degenza media preoperatoria, per la quale l’Oms ritiene sufficiente una sola giornata sono il Lazio, la Calabria e la Campania che si attestano su una media di 3 giorni preoperatori; in coda la Sicilia con una media di 2,5 giorni mentre risultano virtuose il Piemonte e l'Emilia Romagna con una media pari a 1,28. L’Umbria, le Marche e la Toscana si attestano a 1,56 giorni di degenza.
Relativamente alla «tempestività nel curare una patologia tipica dell’anziano», come la frattura del femore, vediamo i dati: la provincia autonoma di Bolzano al primo posto con l’82,77% di fratture operate entro due giorni dal ricovero; la Toscana, l'Emilia e la Lombardia nella parte superiore della classifica, l’Umbria si trova invece a metà strada con una percentuale del 30,56%; fanalino di coda spetta sempre la Campania con il 15,80%. La Sicilia è penultima insieme alla Calabria ed alla Basilicata.
Pesante la situazione per quanto riguarda i cesarei: al primo posto la Toscana con il 21%, al secondo l’Umbria (con il 22,83%), seguono le altre regioni con una media dell'11,24%. Gli standard europei si attestano al 20% dei parti. La Sicilia e il Lazio superano il 35%.