Sostenibilità della sanità italiana. Non piace alla Cgil la proposta del Corriere
Non possono sussistere due sanità: una privata ricca, una pubblica povera
Le soluzioni avanzate da Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, pubblicate il 13 dicembre sul Corriere della Sera non convincono i leader di Fp Cgil e Fp Cgil Medici, Cecilia Taranto e Massimo Cozza. ''La scommessa della sostenibilità del Ssn si vince con l'uso appropriato di risorse che garantiscano i livelli essenziali di assistenza per tutti''. Così hanno dichiarato i responsabili del sindacato contestando l'analisi proposta sul quotidiano più letto d'Italia.
Se dovesse trovare eleborazione progettuale nella riforma futura della sanità, la proposta ''porterebbe inevitabilmente a due sanità: una privata ricca, per i ricchi, e una pubblica povera, per i poveri'', con buona pace dell'accessibilità dei servizi.
Per Alesina e Giavazzi, gli estensori della proposta finalizzata ad assicurare la sostenibilità della sanità italiana, ''lo stato regala troppi servizi ai ricchi, ad esempio servizi sanitari gratuiti a tutti senza distinzione di reddito, non avrebbe molto senso tassare il 50% del reddito delle fasce più alte per poi restituire loro servizi gratuiti. Non sarebbe meglio se quei servizi li pagassero, a fronte di una riduzione dell'imposizione fiscale?''.
Sulla criticità della proposta insistono anche Taranto e Cozza per i quali ''abbattere il principio fondante per il quale ciascuno deve contribuire in base a quello che ha e ricevere cure in base ai propri bisogni di salute significherebbe ledere un diritto riconosciuto come fondamentale dalla nostra Costituzione''.
''La scommessa della sostenibilità del servizio sanitario nazionale, che costa meno in Italia rispetto a Francia, Germania e Regno Unito, e molto meno rispetto agli Usa – continuano Taranto e Cozza -, si vince con una sua riorganizzazione e riqualificazione con l'uso appropriato di risorse che garantiscano i livelli essenziali di assistenza per tutti''.