Trattamento sperimentale Stamina: parere negativo del Comitato Regionale di Bioetica della regione Sicilia
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Lettera aperta per i cittadini e, soprattutto, per i pazienti e i loro familiari dai componenti del CoReB
Dopo il parere negativo della commissione di esperti del Ministero della Salute sulla "terapia Vannoni" anche il Comitato Regionale di Bioetica della regione Sicilia si è espresso negativamente.
Infatti, la Commissione Sanità dell'Ars aveva approvato una risoluzione con la quale invitava l'Assessore Lucia Borsellino a valutare l'autorizzazione di due ospedali siciliani a procedere con il trattamento sperimentale con cellule staminali (Stamina) e della questione era stato investito, appunto, il CoReB.
Il parere negativo si è basato su ragioni di tutta evidenza e, cioè, in estrema sintesi:
L’attuale legislazione non consente l’uso di tale procedura in quanto l'eventuale applicazione in Sicilia costituirebbe una violazione della Costituzione.
Non si può definire "compassionevole" tale metodica. La dizione "uso compassionevole" ha un significato ben preciso e in questo caso è del tutto fuorviante e confondente il richiamarsi a esso.
Prima ancora di individuare i centri dove tale procedura potesse essere applicata bisognerebbe allestire delle strutture idonee alla produzione delle cellule staminali, strutture di cui, appunto, la Sicilia non è dotata.
Nella letteratura scientifica mancano del tutto le evidenze a sostegno della efficacia di tale metodica. Le uniche segnalazioni sugli effetti positivi sono voci riferite. Non c'è traccia in alcun documento ufficiale dei supposti "miglioramenti" dei pazienti.
Infine, e non per ultimo, esiste un rischio di reazioni avverse al trattamento con le cellule staminali prodotte secondo la metodica della Stamina Foundation.
A integrazione del parere, che per la sua stessa natura "tecnica" potrebbe non essere di immediata comprensione per i cittadini e, soprattutto, per i pazienti e i loro familiari, considerata la estrema delicatezza dell'argomento, i componenti del CoReB hanno stilato una "lettera aperta", riportiamo il terzo punto della lettera che alleghiamo integralmente.
3. Il Prof Vannoni e i suoi collaboratori non hanno mai pubblicato su una rivista di medicina un rigo sul metodo di preparazione delle cellule che usano nella loro “cura”, e nemmeno sui risultati della “cura” nei pazienti trattati. Questa è forse la prova più convincente della inverosimiglianza delle affermazioni circa l’efficacia della loro “cura”. Perché se la ”cura” fosse davvero efficace sarebbe incomprensibile come mai i suoi inventori non sentano il dovere etico di renderla nota e fruibile per i malati di tutto il mondo.
Non resta che concludere che era più che giustificata la cautela di chi, senza farsi travolgere dai trionfalismi e da dichiarazioni a effetto (pur senza chiusure preconcette) invocava il rispetto della scienza e, soprattutto, il rispetto degli ammalati cui bisogna assicurare la migliore assistenza possibile ma al contempo risparmiare ulteriori sofferenze.