Presentato a Roma il Rapporto Censis sulla Salute
Welfare Day
Aumenta il numero degli italiani che non sono riusciti a causa della crisi economica, in particolare negli ultimi tre anni, ad accedere ad alcune prestazioni sanitarie come le cure dentarie e la fisioterapia. Dei nove milioni che si sono orientati con difficoltà nel sistema di cure, il 25% sono anziani, il 50% vivono in coppia con figli, quasi la metà risiedono nelle regioni meridionali. La flessione della spesa ha interessato in particolare le regioni coinvolte nei piani sanitari di rientro e nei processi di razionalizzazione della spesa, tra cui il Lazio, la Campania, la Calabria, la Sicilia.
Occorrerebbe però valutare attentamente i segmenti in cui la riduzione dei costi nel comparto della sanità pubblica ha determinato un abbassamento della qualità degli standard dei servizi. In questo momento, in presenza di un'attività di audit parziale perchè afferente solo alcune tipologie di servizi in alcune aree territoriali, registriamo in ogni caso il crollo verticale del ritmo di crescita della spesa pubblica.
Dal tasso di incremento medio annuo del 6% nel periodo 2000-2007 si è passati al 2,3% del periodo 2008-2010. Nelle regioni interessate dai piani di rientro si è passati dal tasso medio annuo del 6,2% nel periodo 2000-2007 all'1% di crescita media annua nel periodo 2008-2010.
Diverso l'incremento della spesa annua nel settore sanitario privato, con il 2,2% di tasso medio annuo nel periodo 2000-2007 e il 2,3% negli anni 2008-2010. Va evidenziato nel periodo 2000-2010 un incremento del 25,5% della spesa nel settore della sanità privata.La ricaduta più diffusa della riduzione della spesa nel sistema dei servizi sanitari pubblici si determina a scapito delle liste di attesa, che secondo gli italiani si sono in generale allungate.
Gli esiti della ricerca del Censis prevedono per il 2015 un gap di circa 17 miliardi di euro tra il fabbisogno della spesa sanitaria e le risorse che saranno disponibili nelle diverse regioni, gap che giustificherebbe il ricorso ai fondi integrativi per mantenere la qualità delle prestazioni.