SCIENZA E ARTE: "IL RUOLO DELLA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI E' SPESSO FONDAMENTALE"
"Il ruolo centrale della diagnostica per immagini tra le metodiche d’indagine non invasive applicate ai beni culturali è noto da sempre ma, a dispetto delle enormi potenzialità, non rientra ancora tra quelle applicate di routine nella diagnostica artistica e sono pochissime le strutture museali ed i centri restauro che dispongono di sezioni radiologiche autonome.
Probabilmente è questa la causa, unitamente alla mancanza di operatori, del ritardo tecnologico tra radiologia medica e radiologia applicata all’arte". Lo ha detto Giuseppe Salerno, radiologo dei Beni culturali Unesco, durante una giornata di lezioni magistrali, titolata “Radiologia ed Arte”, organizzata dall'Ordine dei medici di Palermo, sabato 13 ottobre 2018 a Villa Magnisi, per far conoscere a tutti i professioni della sanità i risultati di una ricerca trentennale attenta alle più moderne applicazioni della diagnostica per immagini, nell'arte come nell'archeologia, e ottimizzare l’integrazione tra le metodiche convenzionali e quelle più recenti in modo da realizzare valutazioni e diagnosi sempre più mirate e precise.
Attraverso le indagini scientifiche, infatti, si rilevano informazioni che offrono una conoscenza reale di un'opera d'arte. Dall'attribuzione, alla datazione di un periodo storico, dal grado di ritocco al ripensamento dell'artista, fino alla verifica dell'integrità di un bene culturale.
Grazie alle relazioni presentate da due illustri illustri radiologi, Giuseppe Salerno e Daniela Lo Sasso, ha detto il presidente dei medici della provincia di palermo Toti Amato "il fascino della radiografia, ha appassionato la platea, che ha potuto osservare le incredibili potenzialità della radiazione x nell'attraversare gli spessori dei tanti materiali utilizzati nell'arte, e non solo i tessuti del corpo umano".
Nel corso della giornata è stata illustrata la diagnostica radiologica applicata all’arte e alla storia come una vera e propria ricerca scientifica attraverso l’analisi di opere d’arte e reperti archeologi studiati con le più moderne e sofisticate apparecchiature radiologiche. Un'ispezione "spesso fondamentale per la preparazione al restauro o per le attribuzioni" ha spiegato Salerno, ricordando le parole di Luis Pasteur, quando nel 1931 parlò della “possibile ed auspicabile l’alleanza tra scienza ed arte”, sottolineando che "non è possibile conservare bene ciò che si conosce male'. Parole che nel linguaggio medico, ha detto Salerno, potrebbero tradursi in “non possiamo curare bene una patologia che conosciamo male”.
Oggi, ha osservato il radiologo Unesco si assiste ad "una maggiore sensibilità da parte dei ricercatori di tutto il mondo verso lo studio, la conservazione, e la conoscenza delle testimonianze culturali del passato. In Italia, ed in particolare in Sicilia, il patrimonio storico-artistico da preservare è davvero grandissimo e questo giustifica l’impegno dei centri di restauro nel dotarsi di apparecchiature sempre più moderne e sofisticate ma anche di ricercare collaborazioni con specialisti di altre discipline".
Da alcuni anni in medicina infatti "non si parla più di radiologia - ha concluso Salerno - ma di diagnostica per immagini proprio a sottolineare le numerose metodiche oggi a disposizione del radiologo, come la radiologia digitale, TC, PET, ecografia e risonanza magnetica. Una rivoluzione tecnologica che ha profondamente modificato l’operato dei radiologi, consentendo diagnosi una volta impensabili, ma ancora oggi poco disponibile" nell'applicazione all'arte e alla storia.
Addetto stampa Stefania Sgarlata
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