Con i cambiamenti climatici di diffonde il pericolo Dengue
La malattia provocata da una zanzara
di Leonardo Cioni
RIO DE JANEIRO. Mentre a Rio de Janeiro la segreteria municipale
di Salute conferma l'insorgenza di una nuova epidemia (con
oltre 50mila episodi e 12 morti dall'inizio del 2012), casi
di Dengue - malattia di origine virale provocata dalla
zanzara 'Aedes aegypti' - sono destinati ad essere sempre più
frequenti anche in Italia. Lo sostengono ricercatori e biologi
brasiliani, attribuendo la causa principale del fenomeno
all'aumento della temperatura, per il cosiddetto effetto serra,
in varie zone d'Europa.
"I cambiamenti climatici - ha detto all'ANSA Ricardo
Lourenco, ricercatore capo dell'Istituto Oswaldo Cruz di Rio de
Janeiro - costituiscono un pericolo per tutto il pianeta". Per
il biologo carioca, il caldo tropicale che ha ormai raggiunto
molte regioni italiane "é il clima ideale per la zanzara della
Dengue, che in queste condizioni può proliferare
tranquillamente".
Secondo l'Organizzazione mondiale della salute (Oms),
attualmente un terzo della popolazione mondiale vive in aree di
rischio di contatto con la zanzara della Dengue. Ma nei prossimi
decenni questa percentuale è destinata a raddoppiare: fino al
2085 - sostiene uno studio dell'Oms - tra il 50% e il 60% degli
abitanti del pianeta vivranno in zone infestate dall'Aedes.
Oltre alle temperature elevate - fanno notare gli scienziati
- l'effetto serra sta rendendo sempre più comuni eventi
estremi, come le grandi tempeste. E le pozze che si formano a
seguito dei temporali sono l'habitat naturale per il
moltiplicarsi delle uova della Aedes aegypti, così chiamata
perché scoperta per la prima volta in Egitto, nel 1762.
Negli ultimi anni, ha contribuito all'aumento dei casi di
Dengue nell'Europa Occidentale anche l'accresciuto numero di
viaggi e spostamenti. "Grazie alla globalizzazione, persone e
merci ormai circolano molto rapidamente - ha ricordato Lourenco
- facilitando il contagio della malattia".
Intanto Rio de Janeiro - che nel 2008 ha vissuto la sua
peggiore epidemia di Dengue, con centinaia di migliaia di casi e
oltre cento morti accertate - deve fare i conti anche con la
recente scoperta di un'ulteriore varietà dell'infezione, il
sierotipo 4, contro il quale non avrebbe ancora sviluppato
anticorpi praticamente la totalità della popolazione. Il che
rende ancor più temibile il rischio di un contagio.
Una sola zanzara Aedes può contagiare nel corso della sua
vita (45 giorni circa) fino a 300 persone. La malattia, per la
quale ancora non esistono vaccini, si manifesta con febbre alta,
dolori muscolari, vomito. Sintomi che vengono spesso confusi con
l'influenza, rendendo così difficile una diagnosi immediata.
Per chi contrae la Dengue non esiste una terapia specifica: i
medici prescrivono riposo e dieta a base di liquidi per evitare
il pericolo di disidratazione sempre in agguato, oltre a un
controllo frequente della pressione arteriale e delle piastrine
nel sangue.