"Troppi antibiotici ai bambini"
I pediatri
ROMA. Troppe medicine in genere e in particolare troppi
antibiotici. Sono quelli con cui ogni anno si
cercano di curare i bambini da malattie che spesso non
richiederebbero cure così 'aggressive', come raffreddori e
influenze. Terapie che somministrate a 'sproposito' rischiano
anzi di diventare 'armi spuntate' perché con un uso
sconsiderato si ottiene solo l'effetto di rendere i batteri più
resistenti. Sul perché di questa 'iper-prescrizione' si
interrogheranno i pediatri della Sip (Società italiana di
pediatria) riuniti da oggi a congresso a Roma.
La riflessione partirà dai dati del Rapporto 'Arno Bambini',
che ha registrato una pioggia di prescrizioni farmacologiche nel
2010, tanto che più di un bimbo su due (il 58%) durante l'anno
ha assunto almeno un farmaco, con differenze tra Nord (46%) e
Sud (76%). A essere sottoposti a terapie farmacologiche sono
soprattutto i maschi sotto l'anno di età (69% contro il 65%
delle femmine), mentre in media ad ogni bambino si prescrivono
mediamente 2,7 confezioni di medicine (senza contare i farmaci
da automedicazione). Secondo il rapporto, realizzato dal Cineca
(Consorzio interuniversitario Bologna), il 96% delle
prescrizioni si concentra appunto sugli antibiotici (48%),
seguiti dagli antiasmatici (26%), in aumento per l'aumento delle
malattie respiratorie e allergiche, e corticosteroidi (8,6%) con
un picco nel primo anno di età, dove quasi 7 bebé su dieci
sono stati trattati con antibiotici (66,2%) e più di 4 su 10
con antiasmatici (42,2%).
Spesso, spiega il presidente Sip Alberto Ugazio, sono i
genitori che sono sempre più desiderosi che i loro piccoli
guariscano velocemente (anche per poterli riportare in fretta al
nido o a scuola) a sottoporre i pediatri a una "pressione
prescrittiva cui non è facile resistere, nonostante la grande
maggioranza delle malattie infettive, soprattutto nei primi
anni, sono virali" e quindi non avrebbero bisogno di essere
curate con gli antibiotici.
La buona notizia per le famiglie troppo ansiose è che cala
la spesa (36 euro contro i 39 euro di media l'anno di 13 anni
fa), visto il progressivo diffondersi dei farmaci equivalenti, i
cosiddetti generici, che rappresentano ormai il 42% della spesa
totale, con punte massime per gli antibiotici (77%).