"Un bambino ogni 200 ha malattie croniche complesse"
Il congresso della Sip
ROMA. Diagnostica più avanzata e terapie innovative che
consentono sopravvivenze alla nascita insperate
solo fino a qualche decennio fa. Sono alcuni dei fattori che
contribuiscono all'aumento delle malattie croniche complesse nei
bambini, che sono ormai uno su 200. Sui nuovi dati
epidemiologici si è discusso al 68° congresso della società
italiana di pediatria, in corso a Roma fino al domani,
focalizzando sulla necessità di mettere a punto una rete
assistenziale ad hoc, integrata ospedale-territorio
rappresentata dal centro/presidio di riferimento assistenziale
pediatrico, dalla rete ospedaliera e dalle cure territoriali,
soprattutto per chi è affetto da malattie rare o disabilitanti.
Queste malattie rappresentano, a parere degli esperti, la
vera sfida della nuova 'pediatria della disabilita'. E uno dei
temi più delicati riguarda la gestione delle emergenze nei
pazienti con malattie rare. "Bambini con malformazioni
congenite multiple, ritardo dello sviluppo psichico e motorio
per la presenza di patologie genetiche e di malattie metaboliche
ereditarie, rischiano complicanze gravi in corso di patologie
acute intercorrenti e richiedono risposte assistenziali
tempestive ed efficaci di fronte ad una urgenza", spiega
Giovanni Corsello, vice presidente della Sip. C'é poi il
problema della diagnosi perché, aggiunge Corsello "un ritardo
diagnostico o una procedura non eseguita o non eseguita
correttamente può rivelarsi fatale o gravida di conseguenze
rischiose per questi bambini".
"I bisogni di salute di questi bambini sono molti,
sottolinea anche Angelo Selicorni, presidente SIMGePeD (l
Società Italiana di Malattie Genetiche Pediatriche e
Disabilità Congenite) che ha messo a punto con la Sip un
documento con una serie di suggerimenti per la valutazione dei
problemi riguardanti l'assistenza ai bambini e agli adolescenti
con malattia rara ad alta complessità.