ChAdOx1 nCoV-19, il vaccino contro il COVID-19 sviluppato da Università di Oxford e AstraZeneca
Sviluppato da AstraZeneca e Università di Oxford, ChAdOx1 nCoV-19 o AZD1222, è tra i vaccini anti COVID-19 in fase più avanzata di sviluppo. I primi dati su efficacia e sicurezza sono stati pubblicati all’inizio di dicembre 2020 su The Lancet.
Le caratteristiche
Rispetto ai vaccini di Pfizer/Biontech e Moderna, entrambi a base di mRNA, quello di AstraZeneca e Università di Oxford sfrutta un approccio diverso per indurre la risposta immunitaria dell’organismo verso la proteina spike.
In particolare, si tratta di un vaccino a vettore virale che utilizza una versione modificata dell’adenovirus dello scimpanzé, non più in grado di replicarsi, come vettore per fornire le istruzioni per sintetizzare la proteina spike di SARS-CoV-2. Una volta prodotta, la proteina può stimolare una risposta immunitaria specifica, sia anticorpale che cellulare. La tecnologia è la stessa alla base del primo vaccino approvato per Ebola alla fine del 2019, l’unico basato su un vettore virale ad oggi disponibile.
Questa tecnologia presenta dei vantaggi significativi rispetto a quella a mRNA: una maggiore stabilità che non richiede temperature eccessivamente basse per la conservazione e il trasporto.
Efficacia al 70%
Il vaccino ChAdOx1 nCoV-19 ha dimostrato un’efficacia complessiva del 70,4% dopo due dosi nel prevenire la malattia COVID-19 sintomatica nelle persone di età compresa tra 18 e 55 anni: in particolare, sono stati registrati 30 casi di COVID-19 con esordio a distanza di almeno 14 giorni dalla somministrazione della seconda dose nel gruppo dei vaccinati, contro i 101 nel gruppo di controllo.
L’efficacia è stata 62,1% nella coorte che ha ricevuto due dosi complete e 90% nei partecipanti che hanno ricevuto soltanto mezza dose alla prima somministrazione (e una seconda dose piena). Le ragioni di questa differenza sono sconosciute: i ricercatori stanno effettuando ulteriori approfondimenti per determinare il meccanismo sottostante l’aumentata efficacia del regime a basso dosaggio.
La sicurezza
A distanza di 21 giorni dalla prima dose sono stati 10 i casi di COVID-19 che hanno richiesto il ricovero in ospedale, tutti nel gruppo di controllo: di questi, due sono stati classificati come gravi, con decesso in un caso. Dopo un follow-up mediano di 3,4 mesi, complessivamente sono stati registrati 175 eventi avversi in 168 partecipanti (84 nel gruppo che ha ricevuto il vaccino e 91 in quello di controllo). Solo tre eventi sono stati classificati come possibilmente correlati a un vaccino: uno nel gruppo ChAdOx1 nCoV-19, uno nel gruppo di controllo e uno in un partecipante in cui non è noto il gruppo di allocazione.
Durante lo studio, si sono verificati 3 casi di mielite trasversa, che hanno portato alla temporanea sospensione dello studio: per due di questi è stata esclusa con certezza la correlazione con il vaccino ChAdOx1 nCoV-19 e tutti comunque sono guariti o in via di guarigione.