Sanità digitale alla Tosm-Torino software and systems meeting
La digitalizzazione della sanità costituisce un vero e proprio driver per la razionalizzazione della spesa sanitaria italiana, con un risparmio stimato intorno ai 15 miliardi di euro
L'Italia è in coda all'Ue per investimenti nella sanità elettronica e telematica. Nel 2011 il nostro paese ha investito per la sanità lo 0,9% rispetto al 2,3% della media dei paesi Ocse, nonostante da anni si parli dell'importanza della digitalizzazione dei dati, per risparmiare e rendere i servizi più efficienti. Un vero e proprio driver per la razionalizzazione della spesa sanitaria italiana, con un risparmio stimato intorno ai 15 miliardi di euro da perseguire con l'integrazione degli obiettivi della digitalizzazione dei processi di acquisto di beni e servizi, il business intelligence, la logistica del farmaco, la teleassistenza.
Se ne è discusso nell'ambito della Conferenza dei direttori di Asl e Aziende ospedaliere di FederSanità-Anci, con 130 incontri d’affari istituiti e sviluppati all'interno di un partenariato tra 15 buyer della sanità pubblica e privata nazionale e 30 imprese piemontesi dell’Ict. La sessione dedicata alla sanità digitale di Tosm-Torino software and systems meeting è stata la più affollata nel meeting appena svoltosi nel capoluogo piemontese.
Il tema dell’innovazione nel settore sanitario, alla luce delle recenti indicazioni del decreto Crescita 2.0, è stato sviluppato nel corso della seconda giornata promossa dalla Camera di commercio, dall'Unione industriale di Torino e dalla Fondazione Torino Wireless.
Per il 2012 si prevede una crescita della spesa It in sanità pubblica oltre i 900 milioni di Euro; può sembrare un tetto di investimenti consistente ma in rapporto alla media degli altri Paesi Ocse siamo ben al di sotto del 50% in meno di investimenti. Interventi di questo tipo richiedono un approccio strutturale, almeno tra i 3 e i 5 miliardi di euro per una completa digitalizzazione dei servizi. Un segmento critico ancora in Italia è costituito dalla scarsa collaborazione tra pubblico e privato, segnata da protocolli di buone intenzioni tra gli enti ma da una carenza di operatività.
Nel corso dell'incontro è stata posta in valore la necessità di articolare momenti di formazione e di dialogo con gli operatori e i decisori del management sanitario, in particolare per la diffusione delle soluzioni già disponibili nel settore e per la valutazione della qualità dell’offerta.
Positiva l'adesione ai progetti degli addetti ai lavori, i quali hanno confermato la validità di iniziative di networking e di accompagnamento al dialogo con la Pubblica amministrazione, purchè ci ''si sforzi di coinvolgere anche le piccole e medie imprese''.