Spending review. Le multinazionali ricorrono al Tar e vincono
Un defibrillatore alla sanità trentina può costare 13.000 euro, alla sanità pugliese 19.000 euro. E' solo un esempio, perchè il balletto dei prezzi si rincorre sui presidi sanitari più disparati e per tutte le regioni italiane. Con una sentenza del tar si ristabilisce però lo status precedente all'intervento del governo Monti.
Il governo con la legge del 15 luglio del 2012 aveva stabilito sul criterio dell'uniformità dei prezzi a parità di bene o servizio, che tutti i contratti pubblici superiori del 20% dovevano essere rinegoziati pena la loro risoluzione per far in modo che tutte le regioni rispettassero il tariffario del Garante.
I ricorsi delle multinazionali hanno sortito il loro effetto. Contrariamente alla prima sezione del TAR del Lazio che aveva ritenuto infondati i ricorsi con la motivazione della prevalenza dell’interesse pubblico, un’altra sezione del TAR del Lazio a cui sono passate le pratiche invece ha sospeso il prezziario con la motivazione che ''non è dato conoscere il criterio seguito dal l’Autorità per individuare lo specifico prezzo della categoria dei dispositivi medici''.