Attesa per oggi la sentenza della Consulta sulla "eterologa"
Procreazione assistita
ROMA. E' attesa per oggi la sentenza della Consulta chiamata
a valutare la costituzionalità della legge 40 sulla procreazione
medicalmente assistita in merito al divieto di fecondazione
eterologa, cioé con ovociti o gameti non appartenenti alla coppia.
I quindici giudici della Corte Costituzionale dovranno
verificare la corrispondenza dell'articolo 4, comma 3, della
legge 40 con le garanzie costituzionali, su istanza del
tribunale di Firenze che ha già sollevato il dubbio di
legittimità del divieto.
Ad attendere la sentenza sono innanzitutto i centri di
procreazione medicalmente assistita: far cadere il divieto,
rilevano, significherebbe anche fermare il turismo procreativo
che ha, oltre all'impatto emotivo sulla coppia, anche un alto
costo sociale.
Già diverse pronunce della Consulta hanno di fatto
'riscritto' la legge 40. Quattro volte in tutto, infatti, la
legge è finita sui banchi della Corte Costituzionale (nel 2005,
due volte nel 2009 e una nel 2010). Se si considerano anche i
ricorsi per altre parti della legge - come quelli per ottenere
la possibilità di congelamento degli embrioni, la diagnosi
preimpianto e il limite di utilizzo di tre embrioni per ciclo di
fecondazione - sono complessivamente 16 le volte che i giudici
hanno ordinato l'esecuzione delle tecniche di fecondazione
secondo i principi Costituzionali, affermando i diritti delle
coppie e non secondo la legge 40.