Il Ministero della Salute installa gli autovelox per curare il bilancio
Salvatore Parlagreco (siciliainformazioni.com) intervista il presidente Toti Amato
I medici si sentono presi di mira. Il decreto del Ministero della salute sugli esami accusati di inappropriatezza è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sospettati di comparaggio, di spreco, indagati ogni volta che muore un paziente, ed ora “avvisati” di presunti intrallazzi o di insensibilità verso il portafogli dello Stato. Dove si girano e girano, insomma, c’è qualcuno che li chiama sul banco degli imputati: il governo, i giudici contabili, le Procure della Repubblica. Per non dire dei media: la malasanità ha un posto fisso in prima pagina. Questa non è vita, si sfogano. Per ora senza far troppo rumore, o con accenti e parole sbagliate, perché la comunicazione non è il loro mestiere. Vittime predestinate, dunque? Non esageriamo. Le pecore nere ci sono ovunque, solo che per i medici la musica è un’altra: il sospetto s’è allargato a tutta la categoria, non vengono innalzati i patiboli per le pecore nere.
Una situazione imbarazzante, che molti medici vivono con grande difficoltà. Le conseguenze potrebbero diventare molto serie: una disaffezione verso la professione, la mancanza di serenità nello svolgere un mestiere assai delicato, un’ansia costante, perfino la oglio di sgomitare e “vendicare” le ingiustizie subite.
Non c’è, invero, chi non riconosca che qualche eccesso sia stato perpetrato, e che occorra talvolta la ramazza, ma fare di tutta l’erba un fascio, come sta avvenendo, è considerato inaccettabile. “Se si devono curare i bilanci dello Stato piuttosto che i pazienti, basta dirlo chiaro e forte”, ha osservato qualche giorno fa il Presidente dell’Ordine dei medici di Palermo. Che paragona le scelte del Ministero della salute a quelle che compiono i comuni in dissesto quando non sanno a che santo votarsi e moltiplicano il numero degli autovelox nei punti nevralgici del traffico. Le multe fioccano che è un piacere e il ragioniere tira un sospiro di sollievo. La strategia adottata dal Ministero della salute assomiglierebbe proprio a quella dei comuni: sono stati disposti i “paletti” per fare scattare le multe e recuperare le risorse ed i tagli programmati.
Il malessere, tuttavia, non si ferma qui. “L’Italia e la Polonia”, sostiene Amato, sono gli unici paesi europei in cui i pazienti possono essere risarciti dall’assicurazione dopo un verdetto del giudice penale e la pronuncia di un tribunale civile. Bisogna stabilire, prima di ogni cosa, se il medico ha commesso una colpa che merita di essere punita con la galera. Una volta concluso il processo, non basta il verdetto favorevole, l’innocenza dell’imputato, perché la questione va risolta nella sede della magistratura contabile. Così il medico viene giudicato due volte. La conseguenza è che il medico aspetterà dieci anni per essere risarcito ed il medico altrettanti anni per uscire dall’incubo.
Il rischio vero, ricorda il Presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, è che, come dice Claudio Cricelli, Presidente della società scientifica di medicina generale, la medicina difensiva sta virando verso la medicina astensiva. Si sta facendo di tutto perché il medico si giri dall’altra parte quando incontri un paziente bisognevole di cure.