ANMEFI vede riconosciute le richieste a suo tempo avanzate al giudice del Lavoro, che le dà ragione
Esclusa dalle trattative finalizzate alla stipula della convenzione lavorativa tra I’INPS e i medici fiscali, in violazione dell’articolo 55 septies del decreto legislativo numero 165 del 2001 e del relativo atto di indirizzo approvato con decreto ministeriale del 2 agosto 2017, l’organizzazione sindacale ANMEFI, che raccoglie la maggior parte dei medici fiscali sindacalizzati, assistita dall’Avv.ssa Anna Buttafoco dello Studio legale Fiorillo e associati di Roma, è riuscita ad ottenere quanto richiesto al Giudice del Lavoro.
Con sentenza del 7 giugno 2018 il Tribunale di Roma, sezione Lavoro, ha difatti accolto il ricorso di ANMEFI ex art . 28 l. 300/1970. Un provvedimento molto atteso dagli aderenti, che si erano visti esclusi a più riprese dal tavolo delle trattative per la convenzione della categoria, oramai scaduta da oltre un decennio ed auspicata dai Ministeri competenti. La protesta, ritenuta valida dal Giudice, era montata quando ANMEFI era stata sostituita da sindacati che poco o nulla hanno a che fare con la categoria interessata, per una serie di interpretazioni ed errate applicazioni dell’Istituto rispetto all’atto di indirizzo in fatto di rappresentatività per i medici non dipendenti.
L’esclusione, in una fase così importante e decisiva per il destino dei sanitari, tutti a convenzione e liberi professionisti, è stata ritenuta dal Giudice condotta “antisindacale”, poiché “proprio in occasione di un momento così particolare della vita sindacale dell’Associazione e degli associati – e cioè quella della stipula della prima convenzione regolante il rapporto tra l’INPS e i medici fiscali – le OO.SS rappresentative di quest’ultime sono state private del legittimo (perché normativamente previsto) esercizio di trattativa e negoziazione con ripercussione evidente sia sull’attività in sé del sindacato sia sull’immagine dello stesso”.
Da qui la decisione del Tribunale perché l’Ente desista da tale atteggiamento illegittimo, obbligando la ripresa delle trattative con la partecipazione di ANMEFI, che a questo punto sarà determinante per le successive azioni e per la redazione finale di una convenzione, oramai non più procrastinabile ed impossibile a realizzarsi senza che sia presente il sindacato maggiormente rappresentativo, sulla base del numero dei propri iscritti su base nazionale ed opportunamente documentato al giudicante.
La decisione difatti ha affrontato anche la questione relativa ai criteri di individuazione della maggiore rappresentatività dei sindacati dei medici fiscali, accogliendo la tesi difensiva prospettata dall’ANMEFI. Nello specifico il Tribunale ha affermato che “Va pertanto escluso, a parere del Giudicante, che il riferimento ai criteri SISAC … possa considerarsi corretto e va invece ribadito che – allo stato - l’unico elemento utile a definire la rappresentatività di una Organizzazione Sindacale di medici fiscali, è costituito dal numero dei medici fiscali “iscritti” alla medesima, quanto meno sino a che detti criteri non siano meglio definiti dalle parti in sede di contrattazione”.
Il Giudice ha ordinato, altresì, l’affissione del decreto nella bacheca dell’Istituto per giorni 30 e la pubblicazione del medesimo, a cure e spese dell’Inps, sui quotidiani La Repubblica , Il Messaggero, Il Manifesto, Il Sole 24 Ore.
Il presidente di ANMEFI, Dr. Claudio Palombi, evidentemente soddisfatto per il riconoscimento di quanto richiesto, ritiene i due aspetti della decisione molto importanti per la storia della medicina fiscale e dei suoi iscritti, che finalmente vedranno la ripresa delle trattative, con la partecipazione ed innegabile incidenza della sua organizzazione sindacale su quanto si andrà a normare nell’immediato secondo i dettami ministeriali.