PALERMO. Ci sono voluti dieci mesi di scontro politico e due settimane di sedute parlamentari. Ora la riforma della sanità è legge.
L ultimo articolo approvato è quello che rivoluziona l assetto gestionale di Asl e ospedali. Si tratta della parte principale della riforma. Il primo effetto è la riduzione dei management pubblici da 29 a 17.
Nascono le Asp
Addio alle vecchie Asl. Nascono le Asp (Aziende sanitarie provinciali), che diverranno operative dal primo settembre: saranno una per ogni provincia e gestiranno anche gli ospedali minori del territorio palermitano, messinese e catanese e tutti i nosocomi delle altre sei province. Il mangement delle Asp sarà quello delle vecchie Asl: un manager e due direttori - amministrativo e sanitario - che avranno un contratto di diritto privato. Il governo diversificherà i loro compensi a seconda del <> dell Azienda sanitaria provinciale.
Oltre alle 9 Asp mantengono autonomia otto grandi ospedali: il Cannizzaro a Catania, quello nato a Messina della fusione fra Papardo e Piemonte e l altro <> a Palermo dalla fusione fra Villa Sofia e Cervello. Restano autonomi i centri di alta specializzazione: il Garibaldi di Catania e il Civico a Palermo. Autonomi pure i tre Policlinici di Palermo, Messina e Catania.
Dal punto di vista strutturale gli ospedali restano intatti, in quelli accorpati cambia solo il management che diventa unico: per il cittadino non cambia nulla.
Tutti gli altri nosocomi perderanno i propri vertici e verranno gestiti dalla Asp, che creerà al suo interno apposite figure dirigenziali. Per questo motivo nascono 20 distretti ospedalieri che raggruppano - dal punto di vista gestionale - i nosocomi di ogni provincia. Tutti i presidi manterranno più o meno le stesse funzioni (cambierà solo il numero dei posti letto) ma verranno guidati da due dirigenti scelti all interno delle Asp: si chiameranno coordinatori dei distretti e saranno uno amministrativo e uno sanitario. Il loro compenso non sarà uguale a quello dei vecchi direttori amministrativi e sanitari: verrà determinato (in misura inferiore) dall assessore regionale alla Sanità Massimo Russo dopo un confronto con i sindacati. Secondo indiscrezioni dovrebbero guadagnare più o meno quanto i primari. All interno dei distretti, ogni ospedale è in posizione paritaria e guidato dai dirigenti della Asp.
Le Asp avranno altri due <> che si occuperanno della gestione dei servizi non ospedalieri: ambulatori, guardie mediche, medici di famiglia.
Di fatto è passato così nelle province minori il cosiddetto modello Russo che prevede la possibilità per la Asp di controllare gli ospedali. Mentre a Palermo, Catania e Messina i grandi nosocomi restano staccati dal controllo dell Azienda provinciale: secondo uno schema chiesto da Pdl e Udc.
Riscritta anche la mappa della dirigenza nella sanità pubblica. Prima della riforma le 9 Asl e i 20 ospedali autonomi avevano un totale di 87 dirigenti (un manager e due direttori ciascuno). Ora il numero totale dei dirigenti aumenta, anche se diminuisce il loro compenso. Considerando le figure intermedie, i dirigenti diventano 109.
118
La riforma le regole anche del settore privato e del 118.
Per case di cura, laboratori di analisi e centri specializzati accreditati è stato introdotto il principio di parità con le strutture pubbliche e la libera scelta da parte del paziente fra le prime e le seconde. Cambia il sistema di determinazione del budget: non più ancorato al finanziamento dell anno precedente da aumentare o diminuire ma stabilito ogni anno da capo in base a dati epidemiologici e necessità sanitarie.
Per quanto riguarda il 118, è stato previsto che il servizio di trasporto sulle ambulanze venga affidato in modo diretto e senza bando a una nuova società (o fondazione) che verrà creata dalla Regione con un altro partner pubblico che con ogni probabilità sarà la Croce Rossa.
Dovrebbe scomparire la Sise, società in house della stessa Croce Rossa che gestisce oggi il servizio. Tutto il personale, 3.200 autisti-soccorritori, transiterà dalla Sise alla nuova società e nei prossimi mesi dovrebbe passare da un contratto part time a uno full time.
Manager
Cambiano anche le regole sulle nomine dei manager della sanità pubblica. Tutti i vecchi dirigenti di Asl e ospedali decadono il primo settembre (data di entrata in funzione delle nuove strutture). I <> manager che hanno sforato i budget nel triennio scorso non potranno essere riconfermati e non avranno indennità straordinaria per la risoluzione del contratto. Norme più severe per il mancato raggiungimento degli obiettivi: si può arrivare fino alla decadenza automatica. Ogni manager potrà essere nominato per tre anni rinnovabili una sola volta. Poi potrà ricevere un nuovo incarico ma non nella stessa struttura.