OMCEO: ALLA SCOPERTA DEI SEGRETI DI MARIA, LA THEOTOKOS AI RAGGI X
Alla scoperta dei segreti di Maria, definita dal National Geographic
la donna più potente del mondo. A Villa Magnisi stamattina ai raggi X le regole con cui vengono raffigurate le immagini della Theotokos (o Madre di Dio) e il significato dei simboli e dei colori delle icone dei cristiani di Oriente.
"Un fenomeno globale a cui sono dedicati secoli di ricerche e scavi archeologici,10mila santuari sparsi in cinque continenti e visitati ogni anno da circa 70 milioni di pellegrini, musulmani compresi, e 200mila libri, la bibliografia più lunga di sempre. Stime in difetto. Perché a sfogliare l’atlante dei luoghi di culto mariano c’è da perdersi. In Italia ce ne sono circa 2000 e il pellegrinaggio vale 4 miliardi di euro. Eppure della Theotokos, la donna più famosa del mondo, sappiamo ancora ben poco". Così il radiologo Giuseppe Salerno, insignito dall'Unesco "Tesoro umano vivente", che da oltre trent'anni usa la diagnostica per immagini per passare ai raggi X il patrimonio culturale, intervenendo stamattina a Villa Magnisi nel corso dell'evento "La Theotokos-un viaggio nell'iconografia mariana". Un altro appuntamento dedicato all'"arte medica" realizzato dall'ordine dei medici di Palermo, guidato dal presidente Toti Amato, consigliere della Fnomceo, con la consapevolezza di quanto la scienza sia indispensabile per la tutela del patrimonio culturale.
"La Theotokos - ha spiegato Salerno - è il titolo che il Concilio di Efeso nel 431 d.C. attribuì alla Madonna e che la tradizione orientale ha conservato e preferito nei secoli. C’è un detto antico che parla chiaro 'Maria nunquam satis', ovvero sulla Madonna non si saprà mai abbastanza. Ma come dicevano i Padri della Chiesa 'Quello che il Vangelo ci dice con le parole, l'icona ce lo svela attraverso le linee e i colori'", obiettivo della giornata di studio.
"L'italia ha un patrimonio artistico preziosissimo in cui il 'radiologo dell’arte' ha ormai un ruolo chiave per la conservazione e il restauro di un bene - ha detto Antonio Nicosia, radiologo e consigliere dell'Omceo -. L'incontro tra scienze e arte ha origini antiche. Già nel 1863 il famoso biologo Pasteur disse che 'non è possibile conservare bene ciò che si conosce male'. Grazie alla ricerca e alle nuove tecnologie, il contributo della medicina ha un grande peso, oggi più di ieri. Si esprime attraverso la diagnostica per immagini, la biologia e la chimica. Credo però che non vada sottovalutato l'apporto della scienza medica anche sotto il profilo antropologico, nella sua funzione di conservazione e restituzione alle generazioni di culture e civiltà, destinate altrimenti a non lasciare traccia della loro storia e della loro umanità".
Un valore altissimo che ha portato il "tesoro vivente" dell'Unesco (titolo di cui Salerno si schernisce) a chiedere alla diagnostica per immagini di potere indagare il corpo umano come qualunque altra cosa. Così, da oltre trent'anni, insieme al suo team con cui lavora nella clinica Candela, con la stessa radiologica precisione ha indicato la terapia per salvare alcuni pazienti speciali, da Antonello da Messina alla Teothokos, passando per Caravaggio, Federico II, Rubens, Van Dick e i preziosi violini del Guarneri.
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