In libreria "La dimensione cognitiva dell'errore in medicina"
Decisioni mediche tra rischio e incertezza
ROMA. Tra i medici esistono forme di ragionamento comune e istintivo che conducono a errori negli interventi e nelle terapie.
Questo il filo conduttore di un testo che raccoglie i contributi di 30 esperti tutti stranieri, "La dimensione cognitiva dell'errore in medicina" (a cura di
Vincenzo Grupi, Gianfranco Sensini e Mario Mortellini), Franco Angeli editore - fondazione Smith Kline.
Hal Arkes Paul Saville, Robert Wartmann e Allan Harkes hanno documentato che molti medici commettono l'errore di affrontare il caso di una patologia curata da loro in passato prescindendo dall'osservazione e dall'esperienza della realtà concreta.
Due ricerche incrociate hanno fatto emergere un'altra realtà: i medici e i responsabili delle politiche sanitarie sono promuovono un particolare trattamento se, gli
stessi dati circa i suoi benefici clinici, sono presentati con l'indicazione tale terapia comporta un rischio relativo rispetto alla terapia descritta come oberata da un rischio assoluto.
Gerard Gigrenzer Ulrich Hoffrag e Axel Ebert, autori di 'La consulenza sull'aids per persone a basso rischio' raccomandano una risposta basata sulla rappresentazione in termini di frequenza dell'incertezza. Questa strategia nasce dalla constatazione empirica che la qualità del ragionamento statistico e della comunicazione delle informazioni ai pazienti da parte dei medici è scoraggiante.
Jerusha Deitwer e la sua equipe mostrano che per incrementare l'uso di creme protettive della pelle dall'esposizione dei raggi solari basta poco: insistere di più sui benefici della pelle per quel tipo di protezione anzichè evocare lo spauracchio che la pelle non protetta rispetto al sole può condurre a forme specifiche di tumore.