"Negli ospedali 4 pazienti su 10 hanno dolore"
Gli internisti
MILANO. Quasi quattro pazienti su dieci (il 37,5%)
ricoverati in ospedale provano dolore. Le cause sono
molteplici, e comprendono oltre al cancro (24%), anche dolore
alle ossa, articolazioni e muscoli (52,8%), all'addome (20,5%),
dolore legato a disfunzioni del sistema nervoso centrale e
periferico (8,6%) e sofferenza cardiologica (5%). E' quanto
emerge dalla prima ricerca sul dolore negli ospedali, svolta
dalla Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti
ospedalieri internisti), e presentata a Milano in occasione
del XVII Congresso Nazionale che si terrà dal oggi all'8 maggio a
Rimini.
L'indagine, effettuata tra gennaio 2011 e marzo 2012, ha
passato sotto la lente 5.200 cartelle cliniche di pazienti
ricoverati nei reparti di medicina interna di 26 ospedali. Si è
così visto che le principali cause di ricovero sono
ipertensione arteriosa (31.1%), cancro (30.3%), artropatie acute
o croniche, connettivopatie e fratture (25.5%). Il 25% delle
diagnosi sono relative a infezioni acute, seguite da diabete
(22.4%), broncopneumopatie ostruttive (18.7%), scompenso
cardiaco (15,4%) e cardiopatia ischemica (14.5%). Molti pazienti
soffrono di più patologie diagnosticate. Solo l'11.2% è
colpito da una sola patologia, mentre il 20.4% ne ha due, il 24%
tre, il 19.5% quattro e il 13.2% arriva a cinque.
C'è una maggiore attenzione di medici e infermieri alla
rilevazione del dolore nei pazienti ricoverati e crescita
dell'uso dei farmaci oppioidi forti, con miglioramenti nelle
regioni meridionali. E' uno dei risultati
che emerge dallo studio sul dolore negli ospedali 'Domino'
(Dolore in medicina interna no), svolto dai medici della Fadoi
"Grazie all'azione di sensibilizzazione che abbiamo condotto
nei reparti - spiega Antonino Mazzone, Presidente di Fondazione
Fadoi - è cresciuta in modo evidente l'attitudine a misurare, e
più volte nel ricovero, l'intensità del dolore, passando dal
47,8% al 77,4%. I miglioramenti più evidenti si sono
manifestati nel Sud Italia".
Miglioramenti sono stati riscontrati anche nell'utilizzo dei
farmaci oppioidi forti. "C'é una lenta ma progressiva tendenza
- continua Mazzone - a un più diffuso utilizzo degli analgesici
maggiori, in particolare dei farmaci oppioidi forti. Nel nostro
studio, e in un periodo di pochi mesi, l'incremento nell'uso di
questi farmaci è stato del 16%". Per quanto riguarda le
terapie farmacologiche sul totale di tutti i trattamenti
specifici per il dolore somministrati nei reparti di medicina, i
medici Fadoi hanno visto che il 61,1% sono oppioidi forti e
deboli anche in associazione con paracetamolo, e il 27,2% sono
Fans o paracetamolo in monoterapia. "Il dolore - aggiunge Carlo
Nozzoli, presidente Fadoi - sta diventando un parametro
importante, come quelli vitali quali temperatura corporea,
frequenza cardiaca e pressione arteriosa, che vengono monitorati
di routine".