CRISI CLIMATICA, SCIENZA, RELIGIONI E ISTITUZIONI INSIEME PER SALVARE IL PIANETA
Il presidente Toti Amato "L'universalità della salute passa dai determinanti sociali"
Proteggere il pianeta dalla crisi climatica globale. Questo l'obiettivo della giornata di lavori "Clima e Cop 28" che si è svolta venerdì 24 novembre all'antica abbazia di San Martino delle Scale, a Monreale. Sulla scorta dell'invito della Laudate Deum di Papa Francesco, rappresentanti delle fedi abramitiche, degli ordini professionali, enti locali e istituzioni scientifiche si sono incontrati per elaborare un documento condiviso da presentare a Dubai, il prossimo 3 dicembre, alla conferenza annuale sul clima dell’ONU.
"Un importante momento di dialogo tra tutte le anime della società” ha commentato il responsabile scientifico Cristiano Bevilacqua Presidente dell'Osservatorio Giuridico Legislativo della Conferenza Episcopale Siciliana
Le sfide climatiche reclamano una visione congiunta perché "tutti siamo responsabili della nostra terra. Nessuno può sentirsi esonerato” ha detto mons. Michele Pennisi, arcivescovo emerito di Monreale, rappresentante della Conferenza episcopale siciliana.
Educazione ambientale, sicurezza energetica e una salute "unica" e universale che abbia una visione globale: questi gli asset su cui i medici chiederanno interventi in sede di COP28.
A suonare il campanello d'allarme per la tutela della salute dei popoli il presidente dell'Omceo di Palermo Toti Amato, componente del direttivo Fnomceo, delegato ai lavori del convegno dal presidente della Federazione nazionale Filippo Anelli.
"La crisi climatica non è più un rischio globale - ha detto Amato - ma un disequilibrio degli ecosistemi che sta già producendo vittime. Le ondate di calore estremo, l'inquinamento dell'aria, l'insicurezza alimentare e l'aumento di malattie infettive metterà a dura prova tutti. Tra il 2030 e il 2050 l'Oms ha previsto 250mila decessi in più l'anno, che si sommano ai numeri riportati dai 114 esperti dell'University College".
L'indagine londinese ha registrato un aumento dell'85% di morti tra gli over 65 più fragili rispetto agli anni '90 a causa delle forti ondate di calore; una crescita di ictus e attacchi cardiaci legati alle particelle rilasciate nell'aria dai combustibili fossili e più malattie infettive (malaria e West Nile) prodotte da batteri che proliferano nelle coste per l'alta temperatura degli oceani. E ancora, una maggiore incidenza negativa sulla psiche delle popolazioni più a rischio di alluvioni o incendi, e sulla psiche dei più giovani, afflitti dalla cosiddetta eco-ansia.
La sfida dell'istituzione ordinistica, ha spiegato Amato, è offrire il massimo contributo per ridurre i gas serra, pungolando la politica e le istituzioni preposte, e per formare un nuovo pensiero ecologico attraverso azioni educative: "Bisogna educare a un nuovo concetto di educazione ambientale, il cui approccio ecologico dovrà agire su più dimensioni: ambientale, economico e sociale, che rappresentano i cosiddetti determinanti di salute. Perché i rischi climatici, presenti e futuri, passano dalla consapevolezza che ogni azione, individuale o collettiva, ricade sul "sistema" ambiente".