In Aula il provvedimento sulla possibilità di fare trapianti di parte di polmone, pancreas o intestino tra viventi
Camera dei Deputati
ROMA. Sarà presto possibile anche in Italia il trapianto di
parte del polmone, del pancreas o dell'intestino tra viventi.
Comincia oggi in Aula alla Camera l'esame, e il voto, del
provvedimento messo a punto dalla commissione Affari sociali
(presentato dal presidente, Giuseppe Palumbo, relatore
Melania Rizzoli) per consentire questo tipo di trapianto,
così come già si fa per quelli parziali di fegato e per
i trapianti di rene.
La proposta è accolta positivamente dal Centro nazionale
trapianti, perché, come spiega il direttore, Alessandro Nanni
Costa, anche se riguarderà "pochi pazienti l'anno",
costituisce comunque una "terapia mirata che per alcuni è
indispensabile".
Il testo, in due articoli, dovrebbe essere approvato in tempi
rapidi, visto che già in commissione ha trovato consenso
bipartisan, e prevede di consentire, in deroga al divieto
contenuto nell'articolo 5 del Codice civile, di "disporre a
titolo gratuito di parti del polmone, pancreas e intestino al
fine esclusivo di trapianto tra persone viventi", che
risponderà alle stessa disciplina regolamentata per i trapianti
di fegato e rene tra viventi, prevedendo l'entrata in vigore
della legge il giorno seguente la sua pubblicazione in Gazzetta
Ufficiale.
Una legge che sarà utile, chiarisce Nanni Costa, in casi
specifici e nell'ordine di poche decine l'anno, come nei ragazzi
affetti da fibrosi cistica per il polmone, alcune gravi
insufficiente intestinali "per cause non neoplastiche" o, per
il trapianto parziale di pancreas, per quei diabetici "che non
si possono trattare con l'insulina e che per qualche complicata
ragione non hanno potuto ricevere un pancreas da cadavere". Di
questi ultimi interventi "ne facciamo circa 60-80 l'anno".
Va ben spiegato, insomma, che si potrà usare questa nuova
possibilità solo "con precisa indicazione". Ma sicuramente
sarà "utile", visto che ad esempio il trapianto di polmone è
complesso perché "la ricerca del donatore richiede condizioni
piuttosto selezionate" e risulta 'idoneo' meno del dieci per
cento dei candidati-cadaveri, mentre la mortalità in lista di
attesa "é abbastanza alta, intorno al 10%".
Bene dunque che "si aggiungano altri strumenti" per
intervenire. Diversi centri italiani già autorizzati per lo
stesso tipo di trapianto da cadavere (ad esempio sono 5 quelli
autorizzati per il trapianto di intestino, di cui solo 3 hanno
già iniziato l'attività) sarebbero comunque già "pronti",
assicura Nanni Costa, ad iniziare con la nuova modalità. "Va
detto - puntualizza però - che dopo il via libera a una legge
di questo genere sarà necessaria l'emanazione di un regolamento
applicativo da parte del Consiglio superiore di sanità e del
ministero, così come avvenuto per il trapianto di rene tra
viventi". (ANSA).