Ormoni prescritti in cambio di denaro. Indagati 67 medici, dirigenti e informatori della Sandoz, l'azienda leader nei medicinali equivalenti
Il Codacons invoca provvedimenti durissimi nei confronti dei medici colpevoli e dell’azienda farmaceutica Sandoz
L'inchiesta sulla prescrizione di nuovi farmaci in cambio di soldi e regali da parte dell'azienda farmaceutica Sandoz si allarga a macchia d'olio.
Secondo le fonti investigative sono 67 i medici indagati in ben 15 regioni italiane. Il circuito delle aziende ospedaliere implicate è variegato: Regina Margherita di Torino, Santo Bono di Napoli, Niguarda e San Paolo di Milano, Gaslini di Genova, Gemelli, Umberto I e Tor Vergata di Roma, pare alcuni nosocomi delle isole maggiori (Sicilia e Sardegna) e del meridione (Bari, Caserta). L’operazione condotta dai carabinieri del Nas coinvolge dodici dirigenti e informatori scientifici della Sandoz, la ditta specializzata nella produzione di farmaci ormonali e per la crescita.
Secondo le fonti investigative gli informatori scientifici in cambio dell'incremento delle prescrizioni promettevano soldi, viaggi all’estero e oggetti di alta tecnologia.
In tutto e allo stato di fatto una cifra complessiva di 500mila euro tra regali e denaro. Dura la reazione delle associazioni con la richiesta da parte del Codacons di ''provvedimenti durissimi nei confronti dei medici colpevoli, i quali devono essere radiati a vita dall’albo, ma anche nei confronti dell’azienda farmaceutica Sandoz (che produce medicinali equivalenti, ndr) i cui farmaci, qualora sia accertata l’avvenuta corruzione dei medici, devono essere cancellati dalla Fascia A».
Si corre il rischio mediatico, infatti, in un momento delicatissimo per la sanità italiana, che l'intera vicenda favorisca la facile generalizzazione su una categoria che pone la corretta prescrizione al centro dell'etica deontologica.