La Favo: nuovi farmaci subito disponibili ma solo in 4 regioni
Tumori
MILANO. Solo in 4 regioni, Lombardia, Piemonte, Friuli
Venezia-Giulia e Marche, e nella Provincia autonoma
di Bolzano vengono recepite immediatamente le
indicazioni registrative dell'Aifa (Agenzia Italiana del
Farmaco) sui nuovi farmaci anti-tumorali. In tutte le altre,
dotate di un proprio prontuario, i farmaci nuovi non vengono
resi disponibili ai malati fino a quando non vengono esaminati e
approvati anche da Commissioni tecnico-scientifiche regionali.
La denuncia è della Favo (Federazione italiana delle
Associazioni di Volontariato in Oncologia).
"Con l'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e
alla Società Italiana di Ematologia (Sie) abbiamo inviato una
lettera al Ministro della Salute Renato Balduzzi per evidenziare
questa situazione - spiega Francesco De Lorenzo, presidente Favo
- Dall'autorizzazione internazionale di un farmaco alla delibera
che ne permette l'immissione in commercio in Italia trascorrono
in media dai 12 ai 15 mesi. E ulteriori ritardi sono determinati
dai tempi di latenza per la messa a disposizione a livello
regionale dopo le approvazioni degli enti regolatori
internazionali e nazionali".
Lentezze che creano disparità tra pazienti italiani e
europei e tra malati di Regioni diverse. "Se la Commissione
regionale ha dato parere favorevole, il farmaco antitumorale è
introdotto nel prontuario anche dopo 50 mesi, per alcuni farmaci
in alcune regioni - aggiunge Stefano Cascinu, presidente Aiom -
L'accordo della Conferenza Stato-Regioni del 2010 non ha
contribuito a sanare le disuguaglianze tra i malati italiani".
Per questo si chiede a Balduzzi di stabilire nel nuovo patto per
la salute che per "specifiche fattispecie (come i tumori) il
parere dell'Aifa sia non derogabile e immediatamente valido in
tutte le Regioni, ed individuare criteri condivisi per definire
il grado di innovatività di un nuovo farmaco in oncologia".