MEDICI FISCALI: L'Inps riduce le visite fiscali e i medici si mobilitano
Rassegna stampa - DOCTOR 33 - Articolo di Rossella Gemma
«Stiamo puntando a una trasformazione della situazione attuale che prevede un rapporto di tipo professionale che non viene riconosciuto e sancito da decreti ministeriali che si sono succeduti negli anni, ma ci battiamo anche contro la riduzione dei controlli da parte dell'Inps». Claudio Palombi, presidente di Anmefi, Associazione nazionale dei medici di medicina fiscale, punta il dito contro l'ente di previdenza che dal 2013 ha ridotto drasticamente il numero delle visite fiscali. E se già dal 29 aprile di due anni fa si riusciva a mettere sotto la lente solo una quota prossima al 15% del totale dei certificati medici inviati da lavoratori privati, ora anche quell'obiettivo (la fetta è scesa anche sotto al 2%) potrebbe apparire come un miraggio. «L'Inps - spiega Palombi - agendo in questo modo ha creato una difficoltà economica ma, la decisione presa di ridurre i controlli crea anche un danno di efficienza lavorativa. In vari incontri avuti in passato con la dirigenza Inps e in funzione del numero di controlli necessari per tenere sotto verifica gli eventi di malattia, si era indicato come limite sotto cui non scendere la soglia del 15%, invece oggi viene sottoposto a verifica l'1 o 2% dei casi di malattia». Il desiderio di fare i controlli, secondo il presidente Anmefi, non c'è e la motivazione sarebbe la spending review. «Noi contestiamo che non ci sia una adeguata interpretazione della norma introdotta con la legge Monti che inseriva una indicazione specifica sulla riduzione dei controlli. Questa decisione di ridurre ulteriormente, invece, è unilaterale dell'Inps e quindi è l'ente che deve farsi carico di questa responsabilità. Da qui la necessità di una interrogazione parlamentare. L'Inps nega ogni addebito ma noi la chiamiamo alle proprie responsabilità». Il 4 agosto scorso è stato dato il via libera alla legge delega sulla riforma della pubblica amministrazione (la legge Madia) con la quale si istituisce il polo unico che avrà il compito di effettuare le visite fiscali sia per il settore pubblico (prima affidato alle Asl) sia per il privato (affidato all'Inps). «Con l'interrogazione parlamentare chiediamo conto all'Inps di fornire i dati di questa attività di controllo, facendo rilevare che una riduzione di questo tipo nasconda un fenomeno fuori controllo che è la certificazione di malattia. Il rischio, inoltre, è che i datori di lavoro con l'alibi della crisi e in accordo con il lavoratore possano aumentare la certificazione, usandola come ammortizzatore sociale per non pagare gli stipendi