XXVIII Giornata mondiale del Malato
Il presidente interviene all'ospedale Giglio di Cefalù
Dal fenomeno della denatalità agli stili di vita che mettono a rischio la fertilità. I dati Istat parlano chiaro: "Le nostre nonne partorivano il primo figlio a 25 anni, le nostre mamme a 26, oggi l'asticella si è spostata a 31. In Italia ci sono 16mila ultracentenari, che diventeranno 87mila nel 2058. Una natalità fortemente in crisi, anche in Sicilia, che richiede ogni iniziativa capace di invertire questa tendenza. La capacità riproduttiva è un valore fondamentale della vita, ma va ricordato che la salute della fertilità riguarda non solo la sfera personale, ma anche quella pubblica. Se i medici sono gli interlocutori primari perché più vicini alle famiglie, e a loro spetta il compito di educare alla prevenzione e applicare percorsi di cura efficaci nel ciclo vitale, il pubblico deve fare la sua parte assicurando sostegni più adeguati alle famiglie perché un contesto sociale di instabilità e incertezze non aiuta certamente la natalità”.
Lo ha detto il presidente dell'Omceo di Palermo Toti Amato in occasione del simposio scientifico per la XXVIII Giornata mondiale del Malato 2022 dalla Pastorale della salute che si è svolto il 15 febbraio 2020 all'ospedale Giglio di Cefalù.