Anche gli specializzandi e i neoabilitati che l’anno scorso hanno ricevuto un incarico nell’ambito dell’emergenza Covid devono ricordarsi di dichiarare all’Enpam i redditi libero professionali, entro il 31 luglio, attraverso il modello D.
ENPAM
Medici anti-Covid, se i contributi sbagliano strada
Anche gli specializzandi e i neoabilitati che l’anno scorso hanno ricevuto un incarico nell’ambito dell’emergenza Covid devono ricordarsi di dichiarare all’Enpam i redditi libero professionali, entro il 31 luglio, attraverso il modello D.
CONTRIBUTI “DIROTTATI”
Una precisazione necessaria, dato che non sono mancati i casi di aziende sanitarie che hanno erroneamente versato alla gestione separata Inps i contributi di alcuni specializzandi e medici neoabilitati reclutati con contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Questi contributi, infatti, vanno versati all’Enpam e non all’Inps.
Niente panico però, perché il medico in buona fede non ha responsabilità per i contributi che hanno preso la strada sbagliata.
A stabilirlo è il regolamento del Fondo di previdenza generale dell’Enpam, che all’articolo 34 precisa come il versamento dei contributi effettuato (in buona fede, appunto) verso un altro ente di previdenza abbia effetto liberatorio nei confronti dell’iscritto.
IL MODELLO D CONVIENE
Quello che è certo è che questi redditi vanno dichiarati all’Enpam, anche se erroneamente è stata applicata la trattenuta in favore della gestione separata Inps.
Il modello D, come accennato, va comunque compilato entro il 31 luglio, nell’area riservata del sito Enpam. È obbligatorio, ma anche vantaggioso, perché dà accesso alle prestazioni riservate ai contribuenti di Quota B. Come ad esempio il bonus bebè raddoppiato oppure le altre misure varate dall’Enpam durante la pandemia, riservate esclusivamente ai liberi professionisti, come il sussidio per chi è stato contagiato dal Covid.
Allo stesso tempo, i medici che dal cedolino si accorgono dell’applicazione di trattenute previdenziali indebite in favore della gestione separata Inps sui compensi relativi all’incarico di collaborazione, devono segnalate l’errore ai propri datori di lavoro affinché regolarizzino la situazione.
Nel caso in cui le aziende sanitarie non lo facessero in tempo, dopo l’estate Enpam conta di pubblicare un modulo che permetterà agli interessati di chiedere la sospensione dei contributi di Quota B (che altrimenti si dovrebbero pagare entro il 31 ottobre).
ENPAM IN ANTICIPO SUI TEMPI
Sulla questione – che è stata al centro di un recente confronto dell’Osservatorio giovani Enpam – la Fondazione si era già attivata in largo anticipo. Nel luglio dello scorso anno, infatti, l’Enpam aveva diffuso una circolare rivolta agli enti sanitari territoriali. Il documento era stato emanato per evitare eventuali dubbi e imprecisioni sul corretto inquadramento previdenziale, che sarebbero potuti scaturire in una situazione inedita come quella dell’emergenza pandemica.
Infatti, lo ricordiamo, i mesi “caldi” del Covid hanno visto un largo impiego nelle file del servizio pubblico di camici bianchi non strutturati, reclutati con contratti libero professionali, anche di collaborazione coordinata e continuativa.