Sanità: un modello efficace per la riforma degli enti locali
Le istituzioni regionali alle prese con la politica di contenimento dei costi e gli scandali sui rimborsi cercano una soluzione nella seduta di Conferenza
Riunione al fulmicotone quella che ieri si è svolta nella Conferenza delle Regioni, con un ordine del giorno urgente, centrato sui costi e sugli sprechi degli enti locali.
Sono stati giorni pesanti questi ultimi per le regioni italiane, alle prese con la riduzione delle risorse operata dal governo con gli interventi finanziari delle ultime settimane, in prima istanza il decreto Balduzzi che ha tagliato la spesa sanitaria. La bufera che ha travolto la Regione Lazio, l’inchiesta sui fondi ai gruppi politici in Campania, l’indagine conoscitiva sulle spese sostenute dall’Assemblea regionale siciliana, senza dimenticare il caso del 'virtuoso' veneto sui rimborsi illegittimi e in nero ai consiglieri regionali sono però l'altra faccia, che non può più essere nascosta.
Le regioni che hanno alzato la voce ora sentono il peso di questa nuova difficoltà correlata agli scandali e cercano di reagire. Nell'arco della mattinata e del primo pomeriggio di ieri è stato duro il confronto tra i governatori, che si sono dati l'obiettivo immediato di chiudere la seduta solo dopo avere indicato le linee-guida per un'azione comune, finalizzata alla difesa dell'istituzione ed alla salvaguardia di quanto di buono è stato fatto in diverse aree di intervento e territoriali.
Vasco Errani, presidente della conferenza, è stato il primo a dichiarare sulla spinta delle polemiche sui rimborsi allegri la necessità di “un’autoriforma” e di “scelte forti e coerenti” per lavorare insieme e “subito” a “cambiamenti sostanziali in materia di riduzione dei costi, trasparenza, terzietà dei controlli”. Tra le proposte più concrete l'introduzione dei “costi standard” anche per la politica; insomma spese blindate, trasparenti e certificate in qualunque caso come si è fatto nel settore della sanità.
Nella difesa delle istituzioni regionali ancora credibili si è buttato anima e corpo Enrico Rossi, governatore della Toscana. “Siamo in situazione di emergenza democratica – ha dichiarato - il governo intervenga, di intesa con le Regioni e, lasciando per un momento da parte l’autonomia statutaria che è stata concessa, si assuma un provvedimento di riduzione dei costi della politica, trovando una serie di indicatori: stipendi dei presidenti, degli assessori, dei consiglieri, costi del funzionamento, benefit che vanno aboliti”.
Secondo invece il governatore della Campania Stefano Caldoro una soluzione praticabile per una riforma strutturale del sistema di ammnistrazione, troppo dispersivo e fuori controllo potrebbe essere l'accorpamento delle Regioni ''non solo per aree omogenee ma ragionando per competenze, al fine di semplificare e risparmiare”.