Osservazioni su emendamento regioni su medici prescrittori e responsabilità professionale
Da alcuni giorni tutto il mondo medico è in agitazione per un nuovo attacco alla “ professione Medica” da parte dei decisori politici e, c’è da pensare sempre più, che qualcuno vuole sempre meno professione clinica e più professione burocratica- amministrativa. La proposta delle Regioni di applicare una sanzione che tocchi il patrimonio del medico e dei familiari nel caso di una prescrizione cd inappropriata, sembra avere il sapore che le istituzioni deputate al governo della salute ( ministero e assessorato) siano più interessate a redigere una anagrafe tributaria e dello stato patrimoniale, di competenza del ministero delle finanze, e sempre meno ad occuparsi dei veri problemi della salute dei cittadini. Così pure il compito di affidare al medico l’onere e la responsabilità di verificare la dichiarazione dei redditi dei pazienti affidati alle sue cure, al fine dell’accertamento dell’esenzione dai ticket per reddito. In fin dei conti la deriva a cui stiamo assistendo, come categoria, è che avrà meno valore la cartella clinica, che contiene i dati della salute, mentre bisognerà attenzionare la dichiarazione dei redditi. Forse un domani potremmo essere costretti a chiederci se dobbiamo curare una persona o meno, tutto in base alle condizioni economiche. Se si vuole questo è giusto che tutti i cittadini sappiano a cosa vanno incontro e che il diritto alla salute, diritto sacro e sancito dalla costituzione, potrebbe non valere per tutti.
Oggi il ministro della salute, rispondendo ad una intervista, scarica la colpa alle regioni. Siamo sicuri di non trovarci dinanzi ad uno scaricabarile di responsabilità o di colpe, che nulla hanno a che fare con il vero interesse delle persone affette da una malattia, ma sottendono solo ad un interesse di propaganda politica, in assenza di capacità gestionali del mondo della sanità?
Dr. Salvatore Amato