"Franchigia al posto del ticket?", no delle Regioni
Assistenza sanitaria
ROMA. Archiviare il sistema di ticket ed esenzioni, che non
sempre ha dato i risultati sperati sia in termini di
equità che di incassi, e sostituirlo con un sistema
a franchigia modulata sul reddito. E' solo una delle ipotesi che
incominciano ad essere avanzate (nel caso da ricercatori
dell'Agenas) per rivedere il sistema della compartecipazione dei
cittadini alla spesa sanitaria, anche in vista della scure dei
tagli in arrivo nel prossimo biennio. Una prima ipotesi, certo
solo di scuola per ora, che però già incassa il no delle
Regioni, attraverso il coordinatore degli assessori alla
sanità, Luca Coletto, perché si tradurrebbe in una 'tassa
sulla salute'.
I ticket sono stati, e saranno, uno dei temi 'caldi' del
confronto tra governo e Regioni alle prese sia con il rinnovo
del Patto per la Salute, sia con la gestione degli effetti della
manovra di luglio 2011, targata Tremonti, che prevede un minor
finanziamento del Fondo sanitario nazionale di circa 2,5
miliardi di euro il prossimo anno e altri 5 miliardi nel 2014. E
di questi 5 miliardi, senza un accordo Stato-Regioni che
sancisca altre vie, il "40%", cioé almeno due miliardi,
andrà trovato con "misure di compartecipazione sull'assistenza
farmaceutica e sulle altre prestazioni erogate dal servizio
sanitario nazionale". In sostanza nuovi ticket. Che, come
riferiscono più fonti, si è anche ipotizzato di anticipare
già al 2013. Ma l'ipotesi, respinta dalle Regioni, almeno per
ora pare caduta nel vuoto.
Se governo e autonomie, dopo un inizio sprint, si sono dati
quindi tempo fino ad ottobre per concludere la 'trattativa' (la
scadenza iniziale del 30 aprile era prevista dalla manovra, ma
visto che tutte le misure non entrano in vigore prima di gennaio
2013 c'é ancora spazio per il confronto), i tecnici dell'una e
dell'altra parte sono all'opera. E in particolare al ministero
si sta lavorando per tradurre in concreto i principi enunciati
più volte dal ministro, Renato Balduzzi: "equità e
trasparenza" nella revisione dell'intero sistema dei ticket,
che dovranno essere rimodulati sulla base del reddito ma anche
del 'quoziente familiare'. Tanto che da più parti non si
esclude che già nelle prossime settimane possa arrivare una
prima bozza di proposta, da analizzare con le Regioni.
Regioni che intanto valutano appunto come "da scartare"
l'ipotesi lanciata dai ricercatori dell'Agenas del sistema a
franchigia modulata sul reddito (con un contributo massimo del 3
per mille del reddito lordo, che si traduce ad esempio in 30
euro con un reddito di 10mila euro, che diventano 300 con un
reddito di 100mila euro), superata la quale a pagare è il
Servizio sanitario nazionale. "La franchigia - ha spiegato il
coordinatore degli assessori regionali alla Sanità Luca Coletto
colpirebbe tutti indistintamente" e non sarebbe altro che "la
riedizione della 'tassa sulla salute' dei primi anni Novanta che
poi fu sospesa". E visti i venti di crisi che non accennano a
diminuire, questo, ha concluso, "non è certo il momento di
aggiungere ulteriori tasse ai ticket". (ANSA)