AMATO (OMCEO PA) A FIANCO DEI MEDICI SPECIALIZZATI DEL TERRITORIO
"Oggi è in gioco la dignità di tutte le componenti professionali e il futuro del Sistema sanitario nazionale (Ssn). Non si può restare indifferenti di fronte al profondo disagio dei medici, ormai evidente in tutte le aree della professione, pubbliche e private, che li porterà domani a una mobilitazione collettiva. Proteggere i medici significa proteggere la salute di tutti, al di fuori delle logiche divisive del corporativismo. Come Ordine dei medici - ha spiegato il presidente dell'Omceo di Palermo Toti Amato - siamo chiamati ad agire per migliorare le condizioni lavorative dei nostri colleghi. Per questo motivo, siamo a fianco dell'Unione nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Strutture private (UAP) che manifesterà domani, 25 settembre, al Teatro Brancaccio di Roma.
I medici rivendicano una sanità efficiente e una maggiore dignità professionale, che in un contesto sempre più difficile favorisce fenomeni di violenza contro i sanitari. Tra le priorità: l'aggiornamento del nomenclatore tariffario, la definizione chiara dei ruoli e delle competenze per evitare sovrapposizioni, la sospensione del decreto "Concorrenza" e il riconoscimento della pari dignità tra strutture pubbliche e private accreditate.
"Sono tutte questioni fondamentali che necessitano di risposte urgenti - ha detto Amato -. I confini tra le pratiche mediche devono essere chiari per una collaborazione armoniosa ed efficiente, così come è doveroso aggiornare le tariffe delle prestazioni, ormai ferme a livelli inadeguati e scollegati dalla realtà attuale, per garantire una valorizzazione economica corretta delle competenze".
"Tra ambulatori, poliambulatori, ospedali privati accreditati, cliniche private autorizzate e strutture private, la medicina del territorio – ha ricordato il cardiologo Giovanni Raineri – è costituita da oltre 27.000 realtà sanitarie italiane che da più di 40 anni forniscono servizi essenziali in modo capillare. Oggi queste strutture rischiano gravi danni economici, fino alla chiusura, con conseguenti licenziamenti e una crisi dell'intero indotto. Sarebbe una grave violazione del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione. Le persone sarebbero costrette a pagare l'assistenza sanitaria o a rivolgersi ai pronto soccorso, peggiorando una situazione già critica".
"Le cure mediche non sono un lusso, devono rimanere un diritto fondamentale – ha sottolineato il presidente dei medici – ma servono criteri uniformi per garantire la qualità dei servizi e investimenti adeguati per sostenere l'innovazione e le tecnologie necessarie per offrire prestazioni sanitarie all'altezza delle aspettative".
La protesta dell'UAP e delle 35 rappresentanze di categoria si inserisce in un contesto di malessere diffuso che coinvolge anche i medici ospedalieri e del territorio. Il disagio va oltre la definizione del nuovo nomenclatore, la regolamentazione dei percorsi autorizzativi per le farmacie, il decreto concorrenza o l'identificazione dei vari presidi sanitari. Tutte le componenti chiedono strumenti in grado di restituire ai sanitari serenità e sicurezza nei posti di lavoro, la depenalizzazione dell’atto medico e la stabilizzazione dello scudo penale.
"Si assiste invece a un processo inverso - ha concluso Amato -. La professione medica è sempre più precarizzata e le retribuzioni sono sempre più basse, causando da una parte la fuga dei medici dai nostri ospedali verso il settore privato o l'estero, dall'altra l'allungamento scandaloso dei tempi di attesa per le cure, costringendo più di 4 milioni e mezzo di italiani a rinunciare alle terapie. La misura è colma e il banco di prova sulle reali intenzioni del Governo, come ha rilevato il presidente della Fnomceo Filippo Anelli, è ormai prossimo con la prossima legge di bilancio".